come dire a un bambino che gli zii si sposano

istruzioni per il matrimonio

Domenica scorsa il percorso di avvicinamento al matrimonio ha toccato una tappa importante: io e Franco abbiamo detto al nostro nipotino novenne appassionato di Lego Architecture, che d’ora in poi chiameremo Lego Architect, che ci vogliamo bene da tanto tempo e che abbiamo deciso di sposarci a New York.

I genitori, il fratello di Franco e la sua compagna, gli avevano detto che avremmo fatto tutti insieme un viaggio a New York ma d’accordo con noi non avevano aggiunto altro per permetterci di dirlo come e quando avremmo ritenuto più giusto.

E così, durante uno dei tanti fine settimana passati con gli zii, gli abbiamo dato la bella notizia. La cosa è stata accolta come se gli avessimo detto l’ovvio che più ovvio non si può: ai suoi occhi io e Franco siamo da sempre un’unica entità chiamata glizii, negli anni abbiamo fatto tantissime cose noi tre insieme, e contrariamente a quanto ci aspettavamo la sua curiosità non si è concentrata sul fatto che due uomini potessero volersi bene al punto di sposarsi ma su altre questioni, due in particolare:

  1. Perché non vi sposate in chiesa? Gli abbiamo spiegato che ci sono varie religioni, che alcune riconoscono il matrimonio tra due uomini o due donne e che altre invece, come la chiesa cattolica alla quale probabilmente faceva riferimento quando parlava di chiesa, non ancora.
  2. Perché vi sposate a New York? Gli abbiamo risposto che ci si può sposare anche in paesi più vicini, in Francia per esempio, ma che bisognava essere cittadini di quel posto (no, non siamo entrati nel merito della differenza tra residenza e cittadinanza).

Detto questo, tutto finito: siamo tornati al solito tran tran delle gite da glizii: un po’ di Geronimo Stilton, un po’ di Mario Kart, qualche pagina di Calvin & Hobbes, in lungo e in largo per angoli di Torino ogni volta diversi.

La cosa più difficile da capire per il Lego Architect è stata senza dubbio la questione della cittadinanza e perché mai fosse così complicato guadagnarla: secondo lui il fatto che io parli bene il francese era più che sufficiente a fare di me un cittadino francese e quindi a farci risparmiare il viaggio dall’altra parte dell’oceano.

Ora, visto che questo blog è nato per dare tutto il supporto possibile a chi come noi ha deciso di fare questo passo, ecco i miei suggerimenti su come annunciare la lieta novella ai bambini, riassunti in tre pratici punti!

  • facciamola semplice. I bambini giudicano a partire dalla loro esperienza quotidiana, senza riferimenti aprioristici a sistemi di valori fatti, finiti e probabilmente omofobi. Quindi se nella loro vita hanno conosciuto una coppia di zii, quella è la loro normalità. Quindi, coraggio, fatevi avanti, non c’è nulla da temere!
  • facciamola bella. Perché trasformare un momento così bello e importante come questo in un viaggio alla scoperta dell’omofobia in tutte le sue forme? Sarebbe come spiegare l’amore tra uomo e donna parlando di misoginia e femminicidio. Meglio concentrarsi sugli aspetti positivi: per quelli negativi c’è tempo.
  • il sesso non c’entra. Può sembrare ovvio ma non lo è perché c’è sempre un pezzettino del nostro cervello (quello occupato dalle canzoni della chiesa e che ancora sappiamo a memoria per filo e per segno), che ci indurrà a credere che per spiegare l’amore tra due uomini o due donne si debba passare necessariamente dalle loro pratiche sessuali. Sbagliato! Quando si parla di matrimonio si parla di sentimenti e progetti di vita condivisi, non di sesso, che infatti mi risulta praticabile anche in assenza di certificato di nozze.

La cosa non si esaurisce al momento dell’annuncio, ovviamente: i bambini riflettono sulle cose della vita in silenzio, magari mentre vanno in bici o fanno merenda, poi quando meno te l’aspetti ti rivolgono domande puntuali, richieste irrimandabili di chiarimenti. Quindi tenetevi pronti perché potrebbero chiedervi, magari mentre aspettate alla cassa del supermercato, se gli zii possono avere figli (no, ma in alcuni stati possono adottarli), chi è la moglie e chi il marito (non ci sono mogli, solo mariti), perché le regole cambiano da paese a paese (la risposta la lascio a voi…). E anche in questi casi il segreto è farla semplice, bella, e senza sesso please.